“La stanza dei capelli” – Julianna Jonek

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Perchè i capelli sono morti dall’inizio alla fine.

Non sono mortali perchè non sono vivi, e non sono immortali, perchè sono già morti.

Forse sono proprio loro che ci obbligano a pensare ossessivamente alla morte.

Siamo segnati dalla loro non-vita fin dalla nascita, li abbiamo sempre con noi, sono il nostro memento mori.

E la cosa buffa è che ciò che rimane di noi più a lungo sono le ossa.

E i capelli.

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Ringrazio l’Internazionale per avermi fatto scoprire questa bravissima scrittrice polacca.

Qualche info: nata nel 1985. Ha studiato a Varsavia e Parigi. Lavora all’Insytut Reportazu si Varsavia. Questo racconto d’esordio, Wlosy nasze powszednie (I nostri capelli quotidiani) è uscito nel novembre 2013 sul numero 4 di Akcent, rivista semestrale di arte e letteratura.


“Discorso sulla servitù volontaria” @Étienne de La Boétie

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“Per ora vorrei invece soltanto capire come sia possibile che tanti uomini, tanti Paesi, tante città, tante nazioni, a volte sopportino un solo tiranno, che non ha altra potenza se non quella che essi gli concedono; che non ha altro potere di nuocere, se non in quanto essi hanno la volontà di sopportarlo; che non saprebbe far loro alcun male, se essi non preferissero anzichè contrastarlo. Si tratta di una cosa enorme, certo, e tuttavia talmente comune da doversene più affligere che stupire: vedere un milione di uomini servire in modo miserabile, il collo sotto il giogo, non costretti da una forza superiore, ma in qualche modo (così sembra) incantati e affascinati dal solo nome d’uno, di cui non devono temere la potenza, poichè è solo, nè amare le qualità, poichè è inumano e selvaggio nei loro riguardi.”