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Il 29 marzo scorso si è svolto a Torino il Corteo regionale per il diritto alla casa.
Presenti i movimenti per il diritto alla casa, rappresentanti dei principali centri sociali torinesi e delle principali organizzazioni autogestite, come i C.S.O.A. Gabrio eAskatasuna, Radio Blackout e la Federazione anarchica torinese, ma non solo: in piazza sono scesi anche i rifugiati dell’ExMOI Occupata, insegnanti aderenti al CUB Scuola, comitati provenienti da diverse zone della regione Piemonte e membri delMovimento dei Forconi.
Partito da via Madama Cristina all’angolo con corso Marconi il corteo si è diramato per tutta la città, facendo tappa in alcuni luoghi simbolo della protesta, come il palazzo storico oramai in disuso che verrà sostituito da un hotel a quattro stelle in piazza Carlo Emanuele II e la sede di Intesa San Paolo in Via Santa Teresa, istituto non ben visto agli occhi dei movimenti per il diritto all’abitare.
La protesta è stata fondamentalmente contraria al nuovo piano casa, proposto daMatteo Renzi, tacciato di favoritismo nei confronti dei gruppi immobiliari e dei costruttori ed insoddisfacente riguardo alle novità per l’emergenza abitativa.
Fortemente criticato è stato in particolare l’art. 5 del Piano casa, che impedirebbe ai lati pratici le occupazioni autogestite:
“L’articolo 5 mette nero su bianco il fatto che debba essere negato il diritto alla residenza, alle utenze ed ai servizi principali come l’acqua e la luce”, spiega uno degli organizzatori del corteo.
I movimenti per il diritto alla casa sono attivi da tempo, ed un passo avanti era già stato fatto in occasione della manifestazione del 19 ottobre a Roma, dove furono richieste nuove politiche abitative.
“Occupazione è un termine dispregiativo usato dalle istituzioni che privilegiano la proprietà privata a svantaggio del welfare e del sociale”, raccontano due rappresentanti del collettivo Pietra Alta di Corso Vercelli dove la situazione è migliorata grazie all’impegno profuso dalla nuova collettività attraverso attività ricreative, palestre, asili, scuole.
“La soluzione che abbiamo trovato, per quanto riguarda il nostro problema, e non trovando risposte adeguate dalle istituzioni, è stata l’occupazione di uno stabile abbandonato. Chi dormiva su una panchina, chi veniva da una cantina, gente sotto sfratto o famiglie con bambini. Ora, dopo l’occupazione non vivono più nel degrado di prima.”
[Articolo, video e foto di Flavia Aste e Mirko Isaia]
Foto di Mirko su WordPress:
http://mirkoisaia.wordpress.com/2014/03/31/29m-corteo-regionale-per-il-diritto-alla-casa/