Violenza reale e violenza virtuale @Ask.fm

6 (3)

 

Coincidono davvero?

Si sviluppano in parallelo?

Stamattina ascoltavo Rainews, c’è stato un dibattito proprio su questo.

I giovani ragazzini sono diventati violenti a causa della società violenta e dell’uso spregiudicato dei social network.

Questa è la tesi di base che veniva sostenuta.

Internet è il mondo [e NB: non lo specchio del mondo – altrimenti sarebbe questione di specularità e sarebbe l’opposto del mondo].

Scendiamo di un gradino in grandezza: la società è il web -> i giovani sono influenzati dalla società = i giovani sono influenzati dal web.

Qualcosa di virtuale (il web) agisce su persone fisiche come se fosse esso stesso un contesto fisico.

Ora, parlando di società fisica, forse si sbaglia.

La società in sè stessa è virtuale, e qui avevano ragione i nominalisti già dal 1400: non esistono universali concreti, ma solo il nome generale con cui designiamo il concetto -> non esiste “L’Uomo”, esistono solo singoli uomini (individui, nomi singolari);

Quindi, mi vien da dire, noi siamo influenzati da ciò che è virtuale (nel senso che non esiste concretamente come oggetto) tanto come da ciò che è reale.

Che esista internet o meno.

Prima il web non esisteva come rete parallela, ma il concetto di società c’era già comunque. E la società prima non era più concreta di quello che è oggigiorno.

Oggi semplicemente il fenomeno dell’”essere influenzati da” si è allargato e potenziato. Perchè si è creata una copia della società, un virtuale del virtuale, che ci è ancora più lontana.

E’ ovvio che ci sono dei collegamenti tra mondo reale e mondo virtuale, ma questo da sempre, tra concetto ed oggetto.

La questione è: che cosa prevale?

Su cosa ci basiamo per decidere quale comportamento adottare?

Da dove acquisiamo i nostri valori?

Beh, siamo nel 2014, e se prima di Internet i valori venivano tramandati dalla famiglia, dalle istituzioni e dalla società [per quanto di natura virtuale possa essa comunque essere], oggi non è così, e ciò che ci fa crescere è – forse – il web.

Quante cose impariamo del mondo, guardando solo la sua descrizione? Descrizione che non è affatto esperienza del mondo, attenzione. Non conosciamo il mondo, ne abbiamo un discorso, una storia, un racconto. Un’immagine, una costruzione. Siamo così lontani dai fatti reali che nemmeno ce ne accorgiamo. Vediamo cose e crediamo di provare emozioni – crediamo, perchè magari davanti alla scena concreta il nostro status cambia.

Dove va a finire il senso dell’orientamento nel 2014? A farsi fottere, ecco dove va.

Solo un buon intuito, una buona preparazione tecnica, ossia, il conoscere un minimo la rete e sapervisi destreggiare, una buona prudenza, riescono a farci – un minimo – orientare.

Perchè anche l’hacker più bravo trova serie difficoltà, ogni tanto.

C’è da dire che il web, essendo la copia della società, non è nè più nè meno complicato della società stessa.

Quelli che sostengono che Internet è una giungla in cui troppo facilmente ci si perde, si, hanno ragione da un lato, ma non pensiamo che vivere in una società – in generale –sia molto più semplice.

Gli eventi del web seguono più o meno lo stesso sviluppo di quelli sociali. [fate caso a come avvengono le discussioni].

Ora, io però parto da un presupposto sbagliato, ahimè: che i più tanti utilizzatori dei servizi Internet siano persone in grado di intendere e di volere, con un minimo di senso del mondo, di educazione, di intelligenza, di gentilezza, e sì, che sappiano un minimo come funzionano le cose qua dentro.

Ma, quando poi leggo che persone si suicidano per un insulto su Ask.fm – mi fermo un attimo e ci rifletto.

Non sto dicendo che siano carne da macello e che siano dei coglioni ad attuare una cosa del genere – per un insulto sul web.

No, perchè questo viene semplicemente a confermare la mia tesi: che il web è la società stessa. Ed agisce su di noi alla stessa, medesima, fottutissima maniera. Ed un suicidio, di solito, viene attuato per motivi simili o pari ad un insulto anche nella vita “reale”.

La soluzione?

Intendere il web non come il web e basta, ma come la società stessa.

Noi ora siamo anche questo.

Dai accesso ad Internet ad un bambino di 11 anni: ottimo, ma prendi le tue dovute precauzioni. Devi essere cosciente tu, genitore, che è come se lo stessi lanciando in mezzo ad una folla di persone che parlano, ridono, urlano, si insultando, si baciano e si abbracciano.

E’ la stessa medesima cosa.

Guardi un profilo Facebook e intendi molto della persona che lo sta utilizzando. E’ una stronzata capire con chi hai a che fare (stiamo parlando di profili NORMALI di gente NORMALE) – non profili falsi o falsati in certe cose, persone che non si vogliono mostrare o cose del genere.

Che alla fin fine “profili falsati” esistono anche nella vita reale [pensate alle persone ipocrite, quante ne avete avute davanti!].

E’ brutto forse da dire, ma la ragazza che si è uccisa per un insulto su Ask.fm si sarebbe uccisa anche se l’insulto le fosse stato rivolto a scuola.

Non è apodittico, ma è un dubbio che così, mi sorge.

About scilla

Mi occupo di fotografia e di filosofia, anche se in realtà mi hanno insegnato a battere numeri su Excel e a parlare tre lingue. Flickr: http://www.flickr.com/photos/115331346@N06/ FB page: https://www.facebook.com/asteflaviaph Twitter: https://twitter.com/FlaviaGAste View all posts by scilla

Comments are disabled.